In questo articolo vediamo quali sono le novità relativamente all’imposta di bollo sui conti deposito.
La Legge di Stabilità 2014 nel tentativo di trovare risorse sufficienti alla gestione del Paese senza imporre nuove tasse a carico delle classi economiche più deboli ha stabilito, o meglio ha confermato, l’aumento dell’imposta di bollo sui conti deposito la quale, dunque, dal precedente 15 % del valore di saldo, passerà nel 2014 al 20 % del valore di saldo del conto deposito.
Con questa manovra il governo Letta ha voluto servirsi di questa forma particolare di mini patrimoniale per tassare i depositi degli italiani.
Parliamo di mini patrimoniale poiché non si tratta di una patrimoniale vera e propria, non essendo il valore a pagare composto da un importo fisso, in questo caso viene prelevato un importo variabile il cui ammontare dipende dal saldo di conto del risparmiatore. Questo permette di far pesare maggiormente gli interventi di sostegno del sistema paese a chi più possiede.
Però, a differenziare questa imposta da una patrimoniale, è anche un altro elemento, l’unione della stessa con la regolare imposta di bollo. Fosse stata una patrimoniale pura, infatti, sarebbe stata una tassa che effettua un prelievo di una somma dal conto dei risparmiatori. Qui invece il governo, come i precedenti, ha utilizzato un’imposta che già esisteva – quella del bollo, rendendola variabile anziché fissa.
Per la verità va detto inoltre che l’aumento dell’imposta di bollo sui conti deposito dal 15 % al 20 % era già stata programmata dal precedente governo Monti, anche se ovviamente il presente governo Letta avrebbe potuto annullarla o rimandarla. La scelta invece è stata quella di mantenerla inalterata.
A essere soggetti alla imposta di bollo sui conti deposito non sono solamente i conti deposito ma anche tutti gli altri prodotti finanziari e tutti gli altri strumenti finanziari, compresi il risparmio gestito e i buoni fruttiferi postali. In questo modo si è voluto mantenere partificata la tassazione tra un prodotto finanziario e l’altro in modo da non creare disparità sul mercato.
Non è stata toccata invece l’imposta di bollo sui conti correnti ordinari, siano questi bancari o postali, e sui libretti postali che, dunque, rimane determinata nell’ammontare fisso di 32,40 euro per ogni conto o libretto che presenti giacenze superiori a 5000 euro. Ai libretti di risparmio emessi dalle banche è stato infine riservato lo stesso trattamento dei libretti postali.