A partire dal mese di gennaio 2012 anche i conti deposito sono stati assoggettati a nuove forme di tassazione fiscale rispetto il passato.
Tra queste nuove forme di tassazione annoveriamo l’imposta di bollo sui conti deposito, il cui valore è stato fissato in maniera proporzionale rispetto al valore del deposito. Inizialmente venne prevista una imposta di bollo pari allo 0.1% dell’importo depositato con un tetto massimo di euro 1200,00. Tale valore successivamente è stato elevato a partire dal 1 gennaio 2013 allo 0.15% con eliminazione del tetto massimo.
Fino a qui è tutto abbastanza semplice, ma vi sono casi misti nei quali il deposito avviene in un conto corrente ordinario. Questo succede molto spesso nel trading sul forex o sulle opzioni binarie, dove i broker prevedono che i margini di garanzia vengano depositati su un conto corrente ordinario ma siano a essi vincolati, quindi indisponibili per il cliente. In questi casi, questo denaro si deve intendere come disponibilità su conto corrente, quindi la domanda è se non sia necessario pagare nessuna imposta essendo la stessa già coperta dalla imposta standard di 34,20 euro per i depositi su conto superiori a 5000 euro, oppure sia necessario pagare l’imposta di bollo proporzionale intendendola questo denaro come investimento.
Ebbene l’Agenzia delle Entrate in una circolare di maggio 2013 ha precisato che eventuali linee di deposito vincolato che siano presenti in conti correnti ordinari dovranno essere tassate con l’imposta di bollo progressiva dello 0.15%. Prevale dunque, per l’Agenzia delle Entrate, la destinazione di investimento che quel denaro assume per il cliente e di conseguenza la relativa tassazione, come se fosse denaro depositato in un conto deposito a parte.
Questo ha rivoluzionato il modo di calcolare le tasse sui conti deposito, tra l’altro creando non pochi problemi agli intermediari finanziari cui tocca prelevare il controvalore dell’imposta di bollo essendo questi sostituti d’imposta. A questo fine, anche per evitare un ulteriore aggravio a carico dei clienti, con il rischio peraltro di perderli, alcuni intermediari finanziari hanno iniziato a proporre un rimborso dell’imposta sostitutiva ai propri clienti. Altri intermediari invece hanno studiato offerte più complesse, offrendo un rimborso per i nuovi clienti in modo da risultare concorrenziali rispetto altri istituti di credito che non rimborsano il bollo su conto corrente, mentre per coloro che erano già clienti hanno pensato a rimborsi collegati alla sottoscrizione di nuovi prodotti complementari a quelli già posseduti dai clienti stessi.
In ogni caso sicuramente per il futuro il modo in cui l’intermediario finanziario o la banca interviene rimborsando eventuali tasse sui conti deposito sarà un ulteriore elemento da tenere in considerazione nel momento in cui si sceglie un conto deposito.